lunedì 19 maggio 2008

Gare provinciali - Sci - Sport vari e Altre extra scolastiche

Gare provinciali di sci alla Doganaccia con nebbione, alla casetta Pulledrari ! con neve marcia, all'Abetone?.
Vincitore predestinato: il mitico CAPONI abetonese dell'Istituto Tecnico?
Prestazioni LSP piuttosto disastrose.
Ricordo qualcuno (chi era? Beppe Pettinà?) disperso nella nebbia alla Doganaccia e arrivato al traguardo dopo un ora di risalita a scaletta dal fondo di una valle imboccata per sbaglio.
Ricordo anche l'avveniristico casco a preservativo, in pelle rossa, con costoloni neri a rilievo, imbottiti di gommapiuma e i Rossignol da 2 metri e 15 che non giravano neanche a morire. Nel gigante della Doganaccia mi pare trentesimo nonostante avessi addirizzato il tracciato saltando decine di porte in un lungo tratto sprovvisto di giudici. (Lo facevano tutti!)
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Atletica leggera
Fabiano (VVFF) 300 e 1000 metri. Vinto le gare provinciali ?
PPE e Astucci 80 ostacoli (4 passi ciabattati con piede di stacco alternato, 3 passi eran pochi, 5 troppi). mi pare esimi ? Bubu: lancio del peso? Altri dotati?
Nel 1968 arrivarono i "Giochi della Gioventù" ai quali potevano partecipare, almeno nella prima fase, anche le schiappe e raccattare qualche medaglietta bronzita.
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Domeniche all'Abetone
Partecipanti: con autobus del C.T.G.: Ciccio, Dom., Cesare, Pierino... altri?
In macchina; Bubu, Stefano, PPE?
6,15 uscita di casa con scarponi da sci già ai piedi, sacco e sci in spalla - 6,30 messa al Tempio - 7,00 partenza bus - 8,00 sosta ai Casotti di Cutigliano - 9,00 arrivo Abetone - Sellette e Chierroni - 12,30 pranzo al sacco, fradici, in autobus - ancora Sellette - 17,00 partenza autobus - 19,00 arrivo a Pistoia - 19,30 rientro in casa, dopo 13 ore senza levarsi gli scarponi, mézzi da capo a piedi, disfatti ma non domi e con i compiti ancora da fare.
Seggiovia Chierroni...............Slittone della Riva........Gabbie del Sestaione..Seggiovia del gomito..Gabbie della Selletta....Slittone







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Lo slittone della Riva, le gabbie della Selletta e del Sestaione, il Lupo bianco.
Gli sci italiani Persenico: i Gazelle ed i Devil Rosso, i francesi Rossignol Strato, gli austriaci Kneissl dello strepitoso Karl Schranz (nella foto sensazionale qui a destra: durante la libera del Lauberhorn (quella col sottopassaggio) a Wengen nel 1966) , gli attacchi Tyrolia, e i Marker col formaggino anteriore e la talloniera con cinghia lunga, e poi Dynastar, Salomon Fisher, Lange, gli scarponi Trappeur e i Nordica, Jean-Claude Killy , Guy Périllat, Heinrich Messner, Léo Lacroix, Jean-Daniel Dätwyler, Dumeng Giovanoli Carletto Senoner schiappa mondiale di slalom a ferragosto del 1966. La prima Coppa del Mondo proprio nel 1966 e ancor prima i trofei nati negli anni Trenta dai nomi evocativi e favolosi: l'Hahnenkahm di Kitzbuehel, il Lauberhorn di Wengen, l'Arlberg-Kandahar di Sankt Anton, Chamonix, Sestrieres e Garmisch-Partenkirchen.
Ciccio Hendrix*** Ciccio che, con i nuovi sci di legno usati, appena acquistati da Bubu, e che prova per la prima volta, cade disastrosamente quasi in fondo alla Chierroni. Noi che già arrivati in fondo alla pista, cento metri più in basso, dopo qualche minuto di attesa, ormai spazientiti e vedendolo in piedi, ma immobile, gli urliamo: alloraaaaa? Lui che inizialmente tace e che infine si decide a risponderci: "Mi s'è troncato un sci.... va bene...??".
*** Sempre Ciccio con capigliatura alla Jimi Hendrix, a fine giornata, dopo decine di rovinose cadute nella neve fresca, completamente incanutito da chili di ghiaccioli, attaccati ai capelli, che in autobus si sciolgono scolandogli nel collo.
*** Alla partenza della seggiovia della Selletta, gli antipatici spendaccioni che comprando le “precedenze” sorpassavano tutti, fra i baioni di noi proletari accalcati nella fila mostruosa.
*** La pista Stucchi, poco battuta e poco frequentata, ma bellissima, con i muri e la esse finale. E in fondo lo stradello in piano di collegamento con lo shuss finale della Riva, dove ci si sfiniva a rincorrerci pattinando a forza di racchette. Col risultato di svegliarci il lunedì mattina con braccia e spalle a pezzi.
*** I cicaloni che finito di sciare andavano al “Lupo Bianco” a gustare il “ponche” al tavolo, mentre noi seduti sui muretti bagnati del parcheggio degli autobus, si dava fondo all’ultimo arancio.
*** La lentissima seggiovia della Chierroni, coi seggiolini singoli, senza neppure il poggiapiedi, con l’omino che quando nevicava spazzava il sedile correndo con la granata e, se era proprio in vena, ci dava un trancio di pannolano per coprirci alla meglio durante l’interminabile e solitario tragitto di risalita.
*** Il quadruplice strambellone ogni volta che il seggiolino passava sulle rotelle dei piloni, con conseguente caduta di neve e acqua in testa.
*** Le nazionali senza filtro bagnate, estratte da un pacchetto ormai informe e spiaccicato, fumate con disgusto durante le solitarie risalite, per ingannare il tempo.
Alla Farnia
*** Le partite a poker di gennaio, al tavolo della sala al piano terreno, intabarrati con cappotti e guanti, con temperatura ambiente di 5°C, nella penombra della lampada a soffitto da 40 Watt, nel silenzio rimbombante della villa deserta, con i misteriosi scricchiolii lontani provocati forse dal Dondoro.
*** Quel ritrovo dopo cena in una domenica invernale con una ventina di partecipanti, quando, un burlone, dopo averli invitati tutti fuori a vedere la luna piena, li chiuse fuori con una temperatura prossima allo zero e con cappotti e chiavi delle macchine rimasti in casa. L’ora successiva trascorsa da tutti a cercare di evitare la polmonite ed a tentare furiosamente di acchiappare nel buio del giardino il burlone che continuava a fare cu-cu, dileguandosi quindi nell’oscurità, approfittando della sua perfetta conoscenza del luogo infestato da laghetti, buche e altre insidie.
*** Maurice che, durante un’escursione estiva notturna nei campi attorno alla villa, esita a saltare un fosso già superato da tutti gli altri e che, finalmente convinto, si slancia declamando per autoincoraggiamento: “E come farebbe Tex Willer…….!”. Ma scivola goffamente scomparendo nella vegetazione del fosso profondo, con le gambe affondate nella melma. Se avessi potuto al momento disporre di una macchina fotografica fissando la scena successiva, con la luna piena che illuminava Maurice, emergente con la sola testa dal tappeto di enormi foglie di acanto del fosso, con lo sguardo irripetibile di dignità offesa, avrei senz’altro realizzato l’immagine icona della allora emergente pop-art. Altro che zuppa Campbell’s di Andy Warhol
La corsa della Collina
7 giugno 1964 - Noris su Porche Carrera 904 9’ e 6”.
27 maggio 1965 - Crosina su Lancia Flavia Zagato 9’e 16”.
..........1966 - Lualdi su Ferrari 250 le Mans 8’ e 30”
13 luglio 1969 - Giliberti su Abarth 2000 in 7’ e 39”
La notte precedente la corsa accampati in una quindicina a Montevestito, nel casino più assoluto, senza alcuna possibilità di dormire.La mattina seguente tutti a dormire spaparanzati nei i prati, cullati dal rombo delle centinaia di 500 e 600 Abarth smarmittate e dal profumo intensissimo dell’olio di ricino bruciato.

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